F1, Aston Martin uguale a Red Bull: spy story a Barcellona. Cosa è successo- Corriere.it

2022-05-22 01:15:43 By : Ms. Susan Zhou

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L’Aston Martin si è presentata a Montmelò con una macchina «clone» di quella di Verstappen e Perez. Per la Fia non ci sono irregolarità ma la Red Bull sospetta manovre illecite. La scorsa stagione Aston Martin aveva ingaggiato l’ex capo degli aerodinamici di Red Bull, Dan Fallows, e altri 6 ingegneri

C’è un nuovo «copygate» che scuote la Formula 1, ha tutti i contorni di una potenziale spy story. L’Aston Martin, il team legato al produttore di auto di James Bond, si è presentata a Barcellona con una macchina completamente modificata rispetto a quella di inizio stagione. La AMR22 di Lance Stroll e Sebastian Vettel è una specie di copia e incolla della Red Bull di Verstappen e Perez. Dalle pance alle altre soluzioni aerodinamiche, la somiglianza è imbarazzante. Il team di Christian Horner è infuriato e per niente rassicurato dalle prese di posizione della Fia, che dopo aver aperto un’inchiesta, è giunta alla conclusione che non ci siano irregolarità . E cioè che file e documenti non sono passati da una sede dall’altra, da quella di Milton Keynes a quella di Silverstone della ex Force India, sono distanti pochi chilometri. Con una nota la Federazione ha ammesso che le similitudini sono evidenti, ma ha precisato poi che «durante l’esame dettagliato dei progetti in Cad sugli sviluppi dell’Aston Martin» (e pare anche dopo le ispezioni effettuate in fabbrica) non sono emerse anomalie. Il clone sarebbe il frutto di un «processo di ispirazione» alle idee della Red Bull.

Ma c’è un retroscena: l’anno scorso la scuderia di Lawrence Stroll – accusata e punita nel 2020, quando ancora si chiamava Racing Point, per aver riprodotto in modo irregolare il design delle prese d’aria dei freni, prendendo progetti della Mercedes 2019 — ha fatto shopping di tecnici della Red Bull. Prendendo il capo degli aerodinamici Dan Fallows (promosso a direttore tecnico) e altri 6-7 ingegneri di alto livello. Manca però la «pistola fumante», cioè la prova che documenti di origine Red Bull siano transitati dall’altra parte.

La Aston Martin di Vettel: con le pance che riprendono le idee Red Bull

Due anni fa, all’epoca del primo «copygate», la Fia aveva dato un giro di vite alle regole inasprendo i limiti sul «Reverse Engineering». Cioè su quella pratica consistente nel ricavare il design di una monoposto, o delle sue parti, attraverso la ricostruzione di immagini della concorrenza. Come se in F1 bastassero delle fotografie, per quanto supersofisticate, a far nascere una vettura vincente, quando ogni pezzo, anche di pochi centimetri, può fare la differenza in una corsa estrema alla prestazione. La Red Bull infatti sospetta che dietro alla somiglianza si nascondano operazioni illecite . Insomma, che chi ha lasciato la squadra si sia portato dietro anche un bel po’ di bagagli. «Copiare è la più grande forma di adulazione – ha detto la squadra inglese — ma se venisse fuori che c’è stata un’infrazione della proprietà intellettuale sarebbe molto grave, e costituirebbe una violazione delle regole». Horner ha annunciato l’apertura di un’indagine interna per accertare «che non siano stati commessi reati da parte del personale che ha lasciato la Red Bull per unirsi all’Aston Martin». Dichiarazioni pesanti, che fanno capire che aria tira.

Il caso è scoppiato in silenzio una settimana fa, quando la Fia ha informato la Red Bull sulle «somiglianze», poi è deflagrato nel paddock di Barcellona quando l’Aston è apparsa. A Milton Keynes dicono di poter risalire a chi aveva accesso a quel determinato tipo di software in grado di sviluppare disegni del genere. Tuttavia anche Horner ammette che sarà difficile individuare i responsabili , ammesso che ce ne siano: «Perché un conto è dimostrare una violazione di copyright e un altro punire persone per il solo fatto di avere idee in testa. Spetta alla Fia accertarlo». Idee uguali, che coincidenza. La faccenda non è chiusa. L’Aston Martin si difende con il team principal, Mike Krack: «Siamo sempre stati chiari, trasparenti, aperti e abbiamo ottenuto il permesso dalla Fia per montare questi aggiornamenti. Dove è il problema?». Sulla questione è intervenuto anche il capo del progetto, Andrew Green: «Avevamo pensato a questo design già quest’inverno, poi per l’inizio della stagione abbiamo deciso di seguire un’altra strada e le prime gare ci hanno detto che non era quella giusta». A favore dell’Aston Martin gioca il fattore tempo: la Red Bull con questo design si è vista per la prima volta nei test del Bahrain a marzo, ed è impossibile riuscire a copiare una monoposto in così pochi mesi.

Il video postato da Formula 1 su Twitter per celebrare il titolo mondiale conquistato dal pilota della Red Bull - Twitter/F1 /CorriereTv

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