Charles Armstrong, il “virologo del cervello” - Microbiologia Italia

2022-04-21 08:05:48 By : Mr. Myron Shen

Charles Armstrong (Figura 1) è stato un importante medico e virologo del 1900. Pioniere dell’epidemiologia, dedicò la sua vita allo studio di tante infezioni virali e le sue ricerche sono state un autentico pilastro per gli scienziati che, dopo di lui, si sono approciati allo studio di questa materia.

La storia di Charles Armstrong comincia nel lontano 1886, quando il 25 Settembre di quell’anno vide la luce nella cittadina di Alliance, in Ohio.

Era una piccola città, fondata appena 30 anni prima e Charles crebbe in questa realtà nuova ed operosa, dove costruì la propria formazione accademica fino al Mount Union College.

Qui si laureò in scienze nel 1910. Dopodiché, ottenne una laurea magistrale in Medicina alla John Hopkins Medical School e mosse i primi passi in medicina con un internato a Yale.

A questo punto, la sua carriera di medico si spostò a New York, dove prestò servizio al centro di immigrazione, prima di venire designato come medico di bordo sul “cutter” Seneca, della Guardia Costiera degli Stati Uniti.

Il cutter nel sistema statunitense (e in quello britannico) è una nave a vela con funzioni di pattuglia.

Si trattava di una nave molto importante nella storia della marina americana, in quanto fu tra le poche che prese parte alla spedizione verso l’Europa durante la Grande Guerra.

Ma Charles non vi partecipò; piuttosto, a quel tempo venne nominato capo della commissione medica per delle indagini su un’epidemia di influenza.

Fece quindi ritorno in Ohio, dove si occupò di igiene ed epidemiologia , per il resto della sua carriera.

Sposò Elizabeth Alberta Rich, nel 1920 ed ebbe una figlia 4 anni più tardi, Mary Emma.

Si spense il 23 Giugno del 1967.

Nel settembre 1933, una strana epidemia di encefalite colpì le vicinanze di St. Louis, in Missouri. Ben 656 casi vennero segnalati alle autorità sanitarie a pochi giorni dallo scoppio del focolaio; presto i numeri divennero sempre più preoccupanti. La rapidità degli eventi, insieme alla crescente preoccupazione, portarono alla creazione di una task force per il controllo clinico ed epidemiologico della malattia. 

Charles Armstrong prese parte a questo comitato, che gli consentì di studiare a fondo il problema e di collezionare materiale utile per ulteriori indagini.

Nel 1934, trasmise del tessuto cerebrale infetto in diversi tipi di scimmia. Tramite ulteriori prelievi, riuscì a dimostrare la presenza del virus nel sistema nervoso, nel sangue e nelle urine dei primati oggetto di studio.

I segni istologici comprendevano coaguli, accumuli linfocitari nello spazio perivascolare, distruzione di cellule nervose e presenza di cellule infiammatorie nel cervello. Charles fu in grado di trasmettere la malattia anche nel topo domestico.

Le caratteristiche istologiche, nonché i segni della malattia, erano simili in tutti i modelli animali che aveva considerato. La malattia, in virtù della presentazione microscopica, prese il nome di coriomeningite linfocitaria.

La sua carriera spesa a favore dell’epidemiologia e dell’igiene, ne fanno uno dei pionieri in materia. Charles aveva grandi conoscenze in questo campo, che facilitarono la sua ricerca in laboratorio.

Oltre al suo lavoro sulla coriomeningite già citato, incentrò i suoi studi su una malattia molto discussa ai suoi tempi: la poliomielite.

Nel 1939 fu il primo scienziato in grado di trasmettere la poliomielite da una scimmia a due differenti specie di topo nel suo laboratorio. Questo consentì di aprire una nuova pagina sullo studio di questa malattia, in particolar modo riguardo la modalità di infezione e alla risposta immunitaria dell’ospite.

Queste nuove idee furono importanti sia per una maggior conoscenza della malattia, che consentì di guidare i medici da un punto di vista clinico ed immunologico, sia per quanto riguarda la ricerca stessa, poiché guidò gli scienziati allo sviluppo di un vaccino.

Furono tante le onorificenze ricevute da Charles Armstrong nel corso della sua lunga e prestigiosa carriera.

Tra le altre, ricordiamo la nomina all’accademia nazionale della scienza, nel 1944 e la nomina nella Polio Hall of Fame, nel 1956, in cui venne scolpito un busto in suo onore, insieme a quello di tanti altri scienziati che si sono distinti nello studio di questa malattia.

I busti sono conservati ed esposti nel memoriale apposito che si trova a Warm Springs, in Georgia (Figura2).

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