Aeroporto di Venezia, volo dirottato e ritardi per colpa dei gabbiani (e delle zanzare) - CorrieredelVeneto.it

2022-10-02 09:14:55 By : Ms. Sephcare Wang

La pista dell’aeroporto «Marco Polo» di Venezia (archivio)

Due voli rallentati e uno dirottato a Verona tra le 18 e le 19 di domenica per colpa dei gabbiani. La presenza consistente dei volatili all’aeroporto Marco Polo di Venezia ha infatti costretto Save, la società che gestisce lo scalo, a prendere misure precauzionali immediate. Il problema? I gabbiani. Che sono attratti dagli insetti, ancora particolarmente numerosi, nell’aeroporto lagunare . «Le misure sono state prese a garanzia dell’assoluta sicurezza dei passeggeri - spiega Save - la presenza particolarmente consistente di gabbiani è dovuta al fatto che sono attratti da sciami d’insetti tipici del periodo; l’attivazione di tutti i sistemi di allontanamento dei volatili , dal falco agli ultrasuoni ai cannoncini, ha permesso il rapido ripristino della normalità».

Il problema tuttavia è tutt’altro che risolto. E ha origini antiche . «Gabbiani, gheppi e stormi sono da sempre a livello nazionali le principali fonti di impatto con gli aerei e da sempre si mettono in atto sistemi di dissuasione- spiega Francesca Coccon, ricercatrice di Corila - si interviene in tutti gli aeroporti in modo importante per cercare di disperderli prima del decollo e dell’atterraggio ». I sistemi per farlo sono diversi. C’è l’uso dei falchi, che disperdono i volatili fisicamente (con i gabbiani non funziona ), ci sono i cannoncini a ultrasuoni ma anche i cani e le squadre fisiche che vanno a disturbarli.

L’indice di rischio

«Gli aeroporti sono attrattivi per i volatili, non solo quello di Venezia - spiega Coccon - lì si trovano prati stabili che con l’antropizzazione non sono facili da trovare ma anche molti insetti , nel caso del Marco Polo poi c’è la laguna accanto. Anche a Treviso però ad esempio c’erano problemi legati agli animali selvatici, in quel caso si trattava dei conigli. A cambiare la quantità di «presenze» non sono infatti solo gli spazi aeroportuali ma anche le zone limitrofe. E’ infatti obbligatorio per tutti i gestori aeroportuali di calcolare l’indice di rischio Bri (Birdstrike Risk Index , indice di rischio di impatto con gli uccelli) e devono anche svolgere uno studio ambientale che porti alla individuazione delle fonti attrattive per la fauna selvatica nell’ambito del sedime aeroportuale e nel suo intorno. «Ad oggi tuttavia - spiega Coccon -tali fonti attrattive non sono considerate nel calcolo dell’indice di rischio e credo personalmente che sarebbe il caso di inserirli. Poi va chiarito però che una soluzione definitiva non esiste, bisogna convivere con la problematica che naturalmente ha picchi più alti in alcuni momenti dell’anno piuttosto che in altri».

I numeri del «Marco Polo»

Nella settimana dal 19 al 25 settembre, il Marco Polo ha gestito 246.343 passegger i, che corrispondono all’86,7% del volume gestito nello stesso periodo del 2019. I voli complessivi tra arrivi e partenze sono stati 1.734, di cui lo 0,7% è stato cancellato. Il tempo medio di attesa ai varchi di sicurezza è stato di 11’02”, in linea con i tempi altrettanto contenuti delle settimane precedenti; il picco massimo registrato dai sistemi di controllo dell’aeroporto si è verificato lunedì 19 settembre intorno alle 10.30, ma senza alcuna ricaduta negativa sull’operatività. Per quanto riguarda gli altri giorni della settimana in esame, confermiamo che non si sono presentate situazioni critiche o comunque tali da determinare grossi ritardi. Anche i tempi di riconsegna bagagli si sono mantenuti conformi a quelli delle settimane precedenti : la media è stata di 18 minuti per la consegna del primo bagaglio, 30 minuti per l’ultimo. Il volume di bagagli spediti in ritardo da altri scali o erroneamente inviati al Marco Polo, è stato pari a 938 colli, in aumento dell’11,5% rispetto agli 841 accolti nella settimana precedente. Lo scalo ha riavviato alla giusta destinazione 911 bagagli, attualmente sono 363 quelli in giacenza.

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